Written by Banco Azzoaglio

“Una famiglia per una famiglia” parte a Cuneo, Mondovì e Dronero

Un momento della presentazione del progetto “Una famiglia per una famiglia” nel Salone d’Onore del Comune di Cuneo

Il progetto “Una famiglia per una famiglia” è stato presentato ieri – giovedì 19 ottobre, ndr -, in Comune a Cuneo, alla presenza di tutti gli enti coinvolti. L’iniziativa è stata promossa dal Consorzio socio-assistenziale del Cuneese, dal Consorzio per i servizi socio-assistenziali del Monregalese, dal Consorzio per i servizi socio-assistenziali delle Valli Grana e Maira, dall’AslCn1, dalla Fondazione Paideia Onlus di Torino e dal Banco Azzoaglio di Ceva. Si tratta di un affiancamento familiare nel quale una famiglia ne sostiene un’altra in un momento di difficoltà ed entrambe, con un patto che coinvolge i Servizi socio-assistenziali, si impegnano ad affrontare il percorso che durerà circa un anno.
“Un giorno un bambino ha chiesto all’assistente sociale: ‘Perché aiutate solo me? Anche la mia famiglia ha bisogno di aiuto’, di qui è nata l’idea – ha spiegato Fabrizio Serra, direttore della Fondazione Paideia -. È un rapporto informale, tra genitori ci si capisce velocemente, all’interno di un patto con i Servizi, responsabili dei percorsi. L’obiettivo è farlo diventare politica territoriale di sostegno alle fragilità familiari”.
“Rivaluta principi di buon vicinato che, fino a poco tempo fa, erano molto sentiti nei paesi e nelle cittadine nei quali la nostra banca opera da oltre 130 anni – ha detto Erica Azzoaglio, amministratrice del Banco Azzoaglio –. Dopo aver sostenuto il progetto ad Alba e a Bra, dove ha avuto un ottimo successo, lo abbiamo voluto replicare a Cuneo, Mondovì e Dronero. Il progetto si basa su valori in cui noi crediamo da sempre, convinti che un’azienda come la nostra, che opera proficuamente in un territorio, debba restituire allo stesso qualcosa. Il sostegno a ‘Una famiglia per una famiglia’ è il modo concreto di realizzare questa consapevolezza”.
“Una famiglia per una famiglia” risponde a due esigenze: prevenzione dei rischi legati a difficoltà familiari momentanee e individuazione di modelli sostenibili attraverso la collaborazione tra pubblico e privato. Non si tratta di prendersi cura di uno o più bambini, ma di condividere esperienze e momenti di vita con un’altra famiglia.
“L’intervento di un Servizio può creare distanza – ha sottolineato Eraldo Racca, presidente del Consorzio socio-assistenziale del Cuneese -, quello di una famiglia viene visto alla pari”.
“Negli ultimi anni la fragilità è aumentata in modo esponenziale – ha affermato Franco Fioretto, direttore della Neuropsichiatria infantile dell’AslCn1 -: seguivamo il 2% dei bambini ora siamo al 7%, anche con inserimenti in strutture con conseguenze etiche (il posto migliore per ogni bambino è la sua famiglia) ed economiche (spese sociali)”.
Alla presentazione ha partecipato anche una delle 5 famiglie che ha iniziato, nei mesi scorsi, un affiancamento familiare.
“Noi siamo fortunati: abbiamo 6 figli e una rete di persone attorno – raccontano Federica e Sandro di Dronero -. Quando ci hanno proposto questa opportunità, tutti insieme abbiamo deciso di coglierla. Stiamo accompagnando un bambino con una mamma single e una nonna. Ma senza la sicurezza della presenza dei Servizi socio-assistenziali non saremmo partiti”.
Dopo la prima fase sperimentale, l’obiettivo è coinvolgere altre famiglie.

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