Il comparto vitivinicolo della nostra regione si sta confrontando, ormai da alcuni anni, con una crisi di mercato dalle molteplici cause: dai conflitti internazionali, ai dazi imposti dagli USA, alla crisi economica europea, il tutto associato ad una riduzione strutturale dei consumi interni, all’aumento dei costi di produzione in vigna, nonché ai danni causati dal cambiamento climatico in atto. Il calo generalizzato degli scambi, in particolar modo con Russia, Paesi dell’Est e Stati Uniti, sia in volume, sia in valore, insieme al minor consumo di vino, portano ad un accumulo delle giacenze nelle cantine.
Per queste ragioni, Confagricoltura Piemonte ha elaborato alcune proposte, frutto di un approfondito confronto con i servizi tecnici e i viticoltori, finalizzate ad un miglioramento complessivo del sistema, soprattutto dal punto di vista della regolazione della domanda rispetto all’offerta.
Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo: “In occasione dell’assemblea nazionale della nostra Confederazione, che si è tenuta a Roma qualche giorno fa, i presidenti e i direttori delle sedi piemontesi hanno incontrato l’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni, sottoponendogli una serie proposte di intervento illustrate anche questa mattina in occasione del Tavolo Verde. In sintesi chiediamo la sospensione dell’assegnazione delle autorizzazioni di nuovo impianto a partire dal 2026, la proroga di tre anni per tutte le autorizzazioni di nuovo impianto in scadenza e la sospensione delle sanzioni per il loro mancato utilizzo, la proroga, da concordare con i Consorzi di Tutela, delle idoneità assegnate dai bandi delle DO piemontesi, la riformulazione della Ristrutturazione e Riconversione Vigneti, con un premio specifico per chi attende almeno tre anni prima di effettuare un nuovo impianto, l’introduzione della misura della ripalatura, cioè della sostituzione delle viti vecchie o malate e gestione del terreno, nella Ristrutturazione vigneti per favorire la meccanizzazione, soprattutto per l’uso della vendemmiatrice e infine di attivare la misura dell’estirpazione dei vigneti sul modello francese”.
Inoltre, è stato chiesto di poter introdurre nei disciplinari delle denominazioni, in forma ordinaria e possibilmente con sistemi a basso consumo di risorsa, la pratica dell’irrigazione, quale strumento di contrasto agli effetti del cambiamento climatico, in particolare della siccità.























































