Written by Festival dei Luoghi Comuni

Un pubblico attivo, partecipe e affezionato ha premiato il Festival dei Luoghi Comuni 2025

Stereotipi e falsi miti sulle narrazioni collettive sono stati sfatati nei molti appuntamenti proposti

Uno degli eventi del Festival dei Luoghi Comuni 2025

Il pubblico del “Festival dei Luoghi Comuni” ha premiato la settima edizione della kermesse cuneese dimostrando alto gradimento e grande partecipazione ai tanti appuntamenti organizzati dall’associazione culturale Cuadri Ets da giovedì 9 a domenica 12 ottobre 2025. Sold out le offerte didattiche per gli istituti primari e secondari cittadini: i più piccoli hanno accolto con entusiasmo i laboratori tenuti da grandi firme di Topolino mentre i più grandi hanno approfondito la geopolitica con gli esperti di Limes e l’Ufficio Europe Direct Cuneo. Il programma aperto al grande pubblico, invece, ha saputo far ragionare sul tema delle “Narrazioni collettive tra complessità e convenienza”, grazie all’intervento di storiche collaborazione e nuove proposte, entrambe molto gradite agli spettatori che, con assidua presenza, domande puntuali e grande partecipazione, hanno saputo abbattere tanti stereotipi e indagare sui luoghi più comuni, come da mission stessa del Festival. Il “Festival dei Luoghi Comuni” è realizzato con il contributo di Fondazione CRC, Fondazione CRT, Regione Piemonte, Comune di Cuneo e il sostegno di Banco Azzoaglio.

“Costante, interessato e partecipante: il pubblico della settima edizione ha saputo emozionarci – spiega Andrea Borri, presidente dell’associazione culturale Cuadri Ets -. In molti hanno partecipato a diversi appuntamenti, scegliendo di accompagnarci nel percorso di riflessione collettiva che abbiamo costruito sul tema delle narrazioni collettive. Interventi e domande puntuali hanno acceso le diverse serate della rassegna, confermando come il pubblico del Festival dei Luoghi Comuni sia sempre più alla ricerca di appuntamenti che sappiano far riflettere sul senso vero delle cose, evitando semplificazioni e stereotipi, che raccontino la realtà senza mistificazioni. Un ringraziamento alle diverse realtà che hanno partecipato, aiutandoci ad esplorare i luoghi comuni e a raggiungere il nostro obiettivo di stimolare la riflessione e lo spirito critico”.

Il Festival dei Luoghi Comuni 2025: come è andata

Il Festival dei Luoghi Comuni, come da tradizione, ha destinato alcuni appuntamenti alle scuole. Per due giornate, lo sceneggiatore di Topolino, Alessandro Sisti, e i disegnatori di Topolino, Simona Capovilla e Blasco Pisapia, hanno saputo incantare gli studenti con laboratori di scrittura creativa a più mani e un workshop di disegno collettivo. Gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado, invece, sono rimasti incollati alle poltrone del cinema teatro Monviso durante l’intervento degli analisti geopolitici di Limes, Fabrizio Maronta e Giacomo Mariotto sul crescente disordine globale tra guerra in Ucraina, Medio Oriente in fiamme, Balcani in tensione e crisi americana.

Per quanto riguarda invece il programma aperto al pubblico, il Festival ha preso il via con un appuntamento fedele ad una delle missioni principali del festival: studiare e svelare le bufale. Divina Centore, egittologa del Museo Egizio di Torino, ha infatti portato un pubblico molto incuriosito a scoprire le bufale resistenti e le verità dimenticate dell’Antico Egitto, smontando le narrazioni più comode e spettacolari che hanno spesso trasformato una grande civiltà in un set da film.

Spazio poi al racconto del divulgatore scientifico, Massimo Polidoro, che ha intrattenuto i tanti spettatori con l’affascinante storia dell’amicizia con Piero Angela e di come abbiano redatto insieme il libro postumo “La meraviglia del tutto”, affrontato tanti temi della vita con la razionalità tipica del metodo scientifico.

Per sfatare i luoghi comuni è necessario il confronto costante con altre realtà e, da anni, il Festival dei Luoghi Comuni di Cuneo lo fa anche dando spazio a “Pour Parler”, il Festival dei Luoghi Comuni di Rovato. In questo appuntamento, l’irriverente tono dei conduttori di Radio 24, “Off Topic – Fuori dai luoghi comuni”, Riccardo Poli e Beppe Salmetti, con l’aiuto della scrittrice Marina Pierri ha intrattenuto egregiamente le persone in sala, alimentando la sinergia e valorizzando entrambi i Festival.

Intenso, crudo e fortemente partecipato con domande e interventi, l’appuntamento con i giornalisti Rai, Marina Lalovic e Giammarco Sicuro, che hanno portato la loro esperienza di inviati nei conflitti contemporanei, spiegando come raccontare la guerra nell’era dell’istantaneità, senza tradirne la complessità.

Tra le novità del Festival, invece, un nuovo format per conoscersi meglio rivedendosi negli altri: con “A proposito di Piacenza”, l’amministrazione cittadina e un parterre di ospiti locali si sono confrontanti con i principali esponenti culturali piacentini. Un esperimento riuscito che ha permesso di capire similitudini e differenze tra le due realtà e di riflettere sulle complessità del raccontare una città tra chi la vive e chi la osserva dall’esterno.

Divertimento e curiosità hanno premiato l’incontro guidato da Giovanna Frosini, presidente dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio ed accademica della Crusca che, con l’accompagnamento musicale degli attori dell’Oranona Teatro, ha parlato di donne e d’amore, arricchendo il tutto con letture del Decameron in lingua originale.

Ospiti affezionati e molto benvoluti dal pubblico, Federico Petroni e Alessandro Aresu, analisti geopolitici di Limes, dopo il successo ottenuto con gli studenti delle scuole superiori, hanno accompagnato un preparato e partecipe pubblico in un viaggio attraverso le nuove linee di faglia della geopolitica contemporanea, cercando di capire la transizione dell’ordine mondiale, guidata da Washington, Mosca e Pechino e le conseguenze per l’Europa e per l’Italia.

A chiusura di Festival, spazio all’intensità con un toccante intervento in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, che ha saputo far riflettere sul ruolo della narrazione come strumento di dignità e resistenza e sulla responsabilità di chi può scegliere se ascoltare o no, attraverso il racconto inascoltato della guerra fatto dalle voci fragili ma potenti dei più piccoli.

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