Written by Confagricoltura Cuneo

Frutticoltori della Granda in ginocchio, servono subito interventi drastici per salvare il comparto

Confagricoltura Cuneo richiama l’attenzione sul drammatico momento vissuto dalle imprese del settore

Operazioni di raccolta in un frutteto in provincia di Cuneo

“Il comparto frutticolo cuneese e piemontese rischia il tracollo se non si interviene subito con misure drastiche di sostegno; non si può attendere oltre, se c’è un interesse reale a tutelare una filiera strategica che in Piemonte conta circa 8.000 aziende agricole (la maggior parte situate nel distretto del Saluzzese), su una superficie coltivata di circa 18.500 ettari e in grado di generare un fatturato di oltre 500 milioni di euro su un totale nazionale di più di 5 miliardi, tra frutta fresca e industria di trasformazione”. Così Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, richiama l’attenzione sul drammatico momento che il settore sta vivendo ormai da mesi, sottolineando anche la forte disparità che esiste tra quanto viene riconosciuto all’agricoltore per la propria frutta e quanto questa venga pagata dal consumatore per portarla in tavola.

“Dopo le eccezionali gelate dell’aprile 2021, che hanno di fatto compromesso i raccolti nel nostro territorio, e i contraccolpi diretti e indiretti provocati dalla pandemia di Covid-19, il 2022 si è aperto con le conseguenze economiche nefaste del conflitto tuttora in corso in Ucraina, è proseguito con un eccezionale periodo di siccità e da tempo ormai le imprese sono chiamate a fare i conti con aumenti vertiginosi dei costi di produzione. In questo scenario il settore non può reggere ancora per molto. Occorre un intervento dello Stato per aiutare le aziende a compensare gli extra costi che devono sostenere, oltre alla necessità di accelerare i ristori dei danni da gelo, che dopo oltre un anno non sono ancora stati versati nelle casse delle aziende colpite, sospendere il versamento dei contributi e attivare moratorie sui mutui bancari”, prosegue Allasia.

“Si è innescata una miscela esplosiva tra costi di produzione triplicati, effetti delle calamità naturali, quotazioni all’origine insoddisfacenti, a cui ora si è aggiunta anche la richiesta di alcuni gestori di energia per avere pagamenti in anticipo o garanzie attraverso fideiussioni. Così diventa impossibile andare avanti”, aggiunge Michele Ponso, presidente della Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura e della sezione Frutticola di Confagricoltura Cuneo.

Il mercato continua ad essere lento e a pagare gli effetti degli eventi eccezionali degli ultimi mesi: dalla guerra alle avversità. Al crollo del potere di acquisto dei consumatori, con la conseguente riduzione delle spese, si aggiungono i costi di produzione della frutta, che continuano a crescere, mentre sono completamente annullati i margini di guadagno. “Rischiamo grosso e, nonostante la frutta italiana abbia un valore economico che, compresa la fase di trasformazione, supera abbondantemente i cinque miliardi di euro e vanti numerose Dop e Igp, è necessario agire ora – prosegue Ponso – per salvaguardare e valorizzare adeguatamente questo patrimonio tricolore”.

La situazione è già molto pesante e la richiesta dei distributori di elettricità e gas per anticipi e fideiussioni la trasformerà in drammatica. “Siamo sbalorditi e increduli. Il nostro – ricorda il presidente della Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura – è un comparto energivoro: produciamo e stocchiamo i prodotti in attesa di riuscire a venderli, nella speranza, ormai disattesa, di compensare almeno i costi di produzione. Una simile condizione non si è mai verificata e, senza azioni immediate, rischia di diventare insostenibile. Occorre intervenire subito sui costi per permettere alle aziende frutticole di superare la crisi di liquidità – conclude Michele Ponso – mettendo in campo misure urgenti in questa direzione”.

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