Written by Confagricoltura Cuneo

Gli attuali Ecoschemi penalizzano le aziende zootecniche della Granda, vanno ridefiniti

Confagricoltura Cuneo torna a denunciare le criticità della nuova Pac e chiede urgentemente correttivi

Una mandria di bovini di razza Piemontese in alpeggio

“In vista dell’assemblea straordinaria di Confagricoltura a Bruxelles abbiamo presentato al Ministero le proposte di modifiche alla Pac, necessarie nell’immediato, e fornito le indicazioni fondamentali per la definizione dell’impianto della prossima programmazione. Tra le innumerevoli questioni sul tavolo, tutte con il proprio grado di criticità e complessità, da Cuneo abbiamo lavorato in particolare a definire alcuni correttivi fondamentali per il comparto zootecnico, vitale per il nostro territorio. L’attenzione si è da subito concentrata sugli Ecoschemi, una delle principali novità della Pac 2023-2027 che, come associazione, abbiamo contestato fin dalla loro definizione perché richiedono molti sforzi alle aziende agricole, non sostenuti da altrettanti benefici economici, ma neppure da miglioramenti ambientali purtroppo”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, in procinto di prendere parte all’assemblea nazionale di lunedì 26 febbraio a Bruxelles, sottolinea alcuni aspetti problematici che interessano il settore zootecnico.

Nel mirino, in particolare, c’è l’Ecoschema 1 – “Riduzione dell’antimicrobico resistenza e benessere animale”, nei suoi due livelli interconnessi tra loro: l’1.1 – “Riduzione dell’antimicrobico resistenza” e l’1.2 – “Benessere animale – Pascolamento”, per i quali si chiede urgentemente una ridefinizione generale. Per il primo, l’attuale impostazione richiede un’annuale riduzione dei quantitativi di antimicrobici utilizzati negli allevamenti prendendo come riferimento il concetto di “mediana” di utilizzo di tali farmaci nell’anno precedente. Tale sistema di valutazione è eccessivamente penalizzante, soprattutto per gli allevamenti bovini di razza Piemontese, che normalmente ricorrono agli antibiotici con minore frequenza, impedendo così loro di accedere al livello 1.2 del sostegno, previsto per chi adotta la pratica del pascolamento.

“Considerata la grave crisi che sta attanagliando il comparto, chiediamo l’introduzione di un parametro minimo di farmaci al di sotto del quale non è possibile condurre un allevamento in condizioni di salute e benessere animale, escludendo dal calcolo l’utilizzo a fini curativi degli antibiotici e considerare solo agli antibiotici somministrati in via preventiva – dichiara Marco Bruna responsabile provinciale CAA di Confagricoltura Cuneo -. Vanno considerati in maniera distinta e non interconnessa gli interventi degli Ecoschemi 1.1 e 1.2”.

Questo anche guardando ad alcune statistiche di Efsa che evidenziano come nel settore veterinario, in Italia, si sia passati da una vendita di 421,1 mg di antibiotici per kg di peso vivo nel 2010 a 181,9 mg nel 2020 (-57%). Nella filiera avicola, esclusa dall’Ecoschema 1, la riduzione dell’utilizzo di antibiotici ha sfiorato il 90%.

“L’Ecoschema 1.1 impatta notevolmente anche sul comparto suinicolo che in provincia di Cuneo conta numeri importanti e che da oltre due anni ormai sta vivendo con apprensione l’avanzare della Peste Suina Africana” sottolinea Roberto Abellonio, direttore provinciale di Confagricoltura Cuneo, che poi amareggiato continua: “Leggiamo in queste settimane su diversi organi di informazione, generalisti e specializzati, forti critiche al sistema degli Ecoschemi; ci fa piacere che ora gli scettici escano allo scoperto dal momento che come Confagricoltura lo denunciamo da anni. Tuttavia, oggi, non si possono eliminare, mettendo a rischio una mole considerevole di risorse (in totale oltre 887 milioni di euro l’anno per i cinque Ecoschemi attivati dall’Italia, ndr), ma serve un impegno politico per modificarli, andando a premiare le aziende che vivono di agricoltura”.

“Abbiamo avanzato una serie di modifiche alle disposizioni nazionali che si possono attuare a legislazione europea invariata, ma serve la volontà politica per farlo e a quella ci appelliamo” conclude Enrico Allasia, ricordando che tutto il documento è consultabile sul sito internet www.confagricolturacuneo.it.

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