Written by Vallauri

Il Vallauri calcola il suo impatto di emissione di gas serra per essere sempre più sostenibile

In partenza presso l’istituto di Fossano la seconda edizione dell’innovativo progetto “Carbon footprint”

Gli studenti in cortile durante un'esercitazione con la termocamera per visualizzare le dispersioni termiche dell'edificio

Gli studenti in cortile durante un’esercitazione con la termocamera per visualizzare le dispersioni termiche dell’edificio

Qual è l’impatto di emissione di gas ad effetto serra di una scuola superiore? Questa è la domanda che ha dato il via al progetto “Carbon footprint”, presso l’I.S.S. Vallauri di Fossano, la cui prima edizione è stata realizzata lo scorso anno e, la seconda, ha preso il via a poche settimane da Natale. Due classi quinte del “settore meccanica articolazione Energia” si sono avventurate nel progetto per capire l’impatto delle emissioni climalteranti date dal gas ad effetto serra del loro Istituto. Già lo scorso anno, gli studenti hanno raccolto, lavorato e convertito i dati del 2019 rendendosi conto del peso dei diversi fattori: dall’energia consumata da teleriscaldamento ed elettricità (62,8%), al pendolarismo del personale, degli studenti e per le visite scolastiche (35,39%), considerando anche i rifiuti prodotti e i beni di consumo utilizzati (1,79%). Il lavoro degli studenti del primo progetto “Carbon footprint” è stato seguito e consigliato dalla ABC servizi di Racconigi, che ha messo a disposizione competenze e software d’avanguardia per guidare i ragazzi verso la definizione dei dati e aiutando la conversione in anidride carbonica equivalente, ovvero l’unità di misura che racchiude tutte le emissioni di gas serra, composte principalmente da anidride carbonica, metano, ossido di diazoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi e esafluoruro di zolfo.

“L’obiettivo del progetto è incoraggiare la riduzione delle emissioni di CO2 e il miglioramento delle buone pratiche di sostenibilità – spiega Paolo Cortese, dirigente dell’I.I.S. Vallauri -. Questi dati ci permettono di capire dove possiamo intervenire come scuola, ad esempio promuovendo la mobilità dolce, il carsharing o la raccolta differenziata, e dove invece dobbiamo confrontarci con le istituzioni per diminuire l’impronta di carbonio del nostro Istituto. Grazie alla prima edizione del progetto, conclusosi lo scorso anno scolastico, avvieremo alcune attività di ottimizzazione e, con il confronto tra i dati del 2019 e quelli del 2022 che hanno iniziato ad analizzare gli studenti di meccanica nelle scorse settimane, avremo modo di compiere nuove valutazioni per promuovere, a livello locale e settoriale, una politica di sostenibilità e, al tempo stesso, continuare il percorso di sensibilizzazione dei nostri studenti alla partecipazione attiva per la ricerca di soluzioni alle problematiche comuni”.

I dati raccolti

I fattori di emissione sono stati distinti in diverse categorie ed estrapolati da fonti differenti. La categoria con maggior peso è il consumo di energia, sia per quanto concerne il teleriscaldamento con un impatto annuo di 210,4 tonnellate di anidride carbonica equivalente, che per quanto riguarda l’elettricità con 137,5 tonnellate di anidride carbonica equivalente (dati 2019, forniti dalla Provincia di Cuneo). Segue l’utilizzo di mezzi di trasporto con il peso maggiore dato dal pendolarismo personale scolastico e studenti con 174,9 tonnellate di anidride carbonica equivalente. Modesto invece è il peso dei beni acquistati e dello smaltimento rifiuti che producono rispettivamente 8,1 tonnellate di anidride carbonica equivalente e 1,8 tonnellate di anidride carbonica equivalente.

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