Written by Premio Res Publica

Ai fratelli Ambrogio e Luigi Crespi, autori del documentario “A Viso Aperto”, il premio Res Publica a “l’arte e l’etica contro il Covid-19″

Si è svolta in streaming la cerimonia di consegna dei riconoscimenti della III edizione del Premio internazionale, assegnato a chi è impegnato in prima linea nel contrastare la pandemia

Res Publica A Viso Aperto

Il docufilm dei fratelli Crespi “A Viso Aperto” è stato premiato con il Premio Res Publica per “l’arte e l’etica contro il Covid-19”

È stato assegnato ai fratelli Ambrogio e Luigi Crespi, rispettivamente regista e sceneggiatore del documentario “A Viso Aperto” (Italia, 2020), filmato nelle zone più colpite durante l’emergenza sanitaria tra febbraio e maggio, il quarto e ultimo riconoscimento – a “l’arte e l’etica contro il Covid-19” – della terza edizione del Premio internazionale “Res Publica”, andata in onda in streaming sul sito www.premiorespublica.it, in ossequio alle recenti disposizioni in materia di prevenzione sanitaria. Gli altri tre premiati, precedentemente annunciati dall’associazione “Buon Governo e Senso Civico” guidata dal monregalese Antonio Maria Costa, sono stati l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo “alla terapia contro il Covid-19”; l’Istituto Spallanzani di Roma per la “ricerca sul Covid-19”; l’immunologo statunitense Anthony Fauci alla “mobilitazione contro il Covid-19”.

La giuria internazionale ha deciso di premiare l’opera dei fratelli Crespi per la capacità di coniugare, nella narrazione quanto nel filmato, i concetti chiave del Premio: senso civico, impegno per il bene comune e applicazione verso il prossimo. I fratelli Crespi hanno svolto interviste ai medici, soprattutto sulle loro responsabilità di fronte a un virus inizialmente sconosciuto, obbligati dall’emergenza a fare scelte terapeutiche mai studiate. Il docufilm spiega che, pur se attrezzature mediche avanzate sono necessarie per salvare i contagiati, è l’elemento umano il fattore che meglio conduce al superamento della crisi. “Abbiamo apprezzato il documentario per come mostra il progressivo successo nei tre episodi di lotta alla pandemia: scoperta, contenimento, terapia – evidenzia la giuriadel premio -. Attraverso questo viaggio simbolico, il documentario spiega perché, malgrado gli inevitabili problemi, è opportuno studiare l’esperienza italiana. Dopo la Cina, all’origine del dramma, l’Italia è stato il primo Paese colpito su grande scala. A Viso Aperto mostra che questo non invidiabile privilegio apporta insegnamenti a tutto il mondo: l’importanza delle scelte preventive (maschera, quarantena, distanziamento) che permettono di privilegiare al contempo salute ed economia; il ruolo della terapia, con la grande voglia di sconfiggere il virus basando le cure su dati, fatti e – come ammette un docente intervistato – errori; e la volontà di innovare, apprendendo dai momenti di successo ed insuccesso, in Italia ed altrove”.

La cerimonia si è aperta con la lectio magistralis di Carmelo Salleo della Banca Centrale Europea (BCE), sul tema “Come rimediare ai costi socio-economici della pandemia?”, una disamina delle conseguenze economiche portate dalla pandemia in particolare nel periodo di lockdown.  È poi proseguita con alcuni video e con le testimonianze dei premiati e con la lettura delle motivazioni che hanno indotto la giuria del Premio ad assegnare i riconoscimenti ai prescelti.

Momento clou l’assegnazione del premio ad Anthony Fauci, avvenuta nella prestigiosa cornice di Villa Firenze, residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Washington Armando Varricchio, che ha ricordato le origini italiane di Fauci, sottolineando in particolare “l’enorme prestigio e unanime apprezzamento di cui il Direttore del NIAID gode a livello internazionale, per la sua capacità di parlare con una chiarezza ed un rigore scientifico ineguagliabili”. Il premio è stato assegnato a Fauci dal delegato Usa al Premio Res Publica, Dick Schmitt; nell’accettarlo, Fauci ha ricordato in particolare l’eccellente collaborazione scientifica con l’Italia, evidenziando come “nel suo laboratorio abbiano lavorato tanti italiani, che adesso sono impegnati a combattere la pandemia in Italia”.

Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII ha voluto portare i suoi ringraziamenti anche a nome dei 4.600 collaboratori del nosocomio, ricordando cosa ha significato per l’intera struttura affrontare lo scoppio della pandemia. “Bergamo è stata una trincea avanzata del Covid – ha detto -. Da tutto il mondo ci hanno chiamato per capire come ci siamo organizzati”.

Per lo Spallanzani di Roma è giunto invece il ringraziamento e il saluto di Francesco Vaia, epidemiologo e direttore sanitario dell’Istituto: “Un onore ricevere questo premio – ha detto circondato dai colleghi -. Il nostro obiettivo è quello di diventare parte importante e fondante dell’Agenzia europea per la ricerca”.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento di Antonio Maria Costa, tra i fondatori del premio, che ha definito le istituzioni premiate e le persone che stanno dietro di esse quali “veri eroi della lotta che l’umanità sta combattendo contro la pandemia”.

Il Premio Res Publica: una scultura bronzea realizzata dal noto artista Riccardo Cordero

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