Written by Confagricoltura Cuneo

Aree contigue ai parchi: i dubbi di Confagricoltura Cuneo e l’appello ai Comuni

Perplessità riguardanti soprattutto una gestione più vincolante del controllo della fauna selvatica  

Una suggestiva vista del Po e del Monviso sullo sfondo

“L’annessione del Comune ad area contigua di un’area protetta comporta ai soggetti operanti su quel territorio l’assoggettamento alle normative contenute nella legge regionale 19/2009 (“Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”), con una gestione più vincolante della caccia e della pesca, delle attività estrattive e venatorie, e maggiori limitazioni rispetto alla tutela dell’ambiente e della biodiversità”. È un passaggio della lettera trasmessa da Confagricoltura Cuneo ai sindaci dei Comuni della Granda a cui la Regione Piemonte ha richiesto la conferma o volontà di diventare area contigua di un’area protetta, come prevedono le modifiche cartografiche previste della legge regionale 11/2019, la cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2021. I confini delle aree contigue, cioè adiacenti alle aree parco e introdotte dall’art.32 della legge 394/1991 (legge quadro aree protette) sono “determinati dalle Regioni sul cui territorio si trova l’area naturale protetta, d’intesa con l’organismo di gestione dell’area protetta”.

Sulla questione, tuttavia, la Confagricoltura provinciale, sollecitata da numerosi associati, fa presente che gli imprenditori agricoli attivi in un Comune ricadente in area contigua “si trovano a dover sottostare a una normativa molto simile (e per alcuni aspetti del tutto identica) a quella delle aree parco e ad esercitare l’attività agricola in maniera fortemente condizionata, ad esempio affrontando maggiori vincoli urbanistici, numerose prescrizioni nella gestione dei tagli boschivi, un differente e più complesso iter di liquidazione dei danni da selvaggina, ecc”.

Inoltre, con l’inclusione in area contigua anche l’attività venatoria e di controllo della fauna selvatica in esubero subirebbe drastiche restrizioni, poiché resterebbe riservata ai soli cacciatori residenti nel Comune. “In questo modo, però, si andrebbe a limitare fortemente l’unico strumento che al momento risulta essere incisivo per ristabilire un equilibrio ambientale e che permette il contenimento della proliferazione incontrollata delle popolazioni di animali selvatici, che negli ultimi anni hanno provocato danni crescenti ai raccolti e, in alcune aree, devastazioni diffuse tali da costituire un pericolo anche per la salute umana – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. A ciò, purtroppo, si devono aggiungere problemi per l’incolumità degli automobilisti, con una forte rilevanza nella nostra Regione degli incidenti causati dagli animali selvatici”.

Ma non solo. “L’annessione del Comune nell’area contigua comporterebbe alle imprese agricole anche modifiche dal punto di vista della liquidazione dei danni alle colture provocate dai selvatici, che verrebbe demandata all’assessorato regionale all’Ambiente, Parchi e Aree protette e non – come avviene attualmente – all’assessorato all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca, con un sostanziale allungamento delle tempistiche per l’ottenimento dei risarcimenti”, aggiunge il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio.

L’invito di Confagricoltura alle amministrazioni comunali interessate, dunque, è di valutare attentamente le conseguenze che la scelta avrà sul comparto agricolo e di segnalare alla Regione pareri e perplessità in merito all’applicabilità delle modifiche cartografiche previste dalla legge regionale 11/2019.

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